La logica

La logica di Aristotele è basata sulla distinzione tra premesse e conclusioni, e sulla valutazione della validità del ragionamento in base alla sua struttura. Secondo Aristotele, un ragionamento è valido solo se le sue premesse sono vere e la sua struttura logica è corretta. La logica analitica di Aristotele scompone il ragionamento in premesse e conclusioni, e valuta la loro validità in base a regole e principi ben definiti. Ad esempio, una delle regole fondamentali della logica di Aristotele è il principio di non contraddizione, secondo il quale una cosa non può essere contemporaneamente vera e falsa. 



I concetti rappresentano la natura o l'essenza delle cose, e sono quindi gli oggetti dei nostri discorsi. Inoltre, ogni concetto si riferisce a un certo numero di enti, e la sua estensione indica l'insieme degli oggetti a cui si "estende" il concetto. Ad esempio, il concetto di "cane" si riferisce a tutti gli animali della specie "cane". L'intensione o comprensione dei concetti coincide con il loro significato, ossia con le caratteristiche che identificano un concetto e lo differenziano dagli altri. Ad esempio, il concetto di "gatto" è diverso da quello di "cane", perché ha caratteristiche diverse. In sintesi, i concetti sono la base del nostro modo di pensare e di comunicare, e ci permettono di comprendere il mondo che ci circonda. I concetti diventano significativi solo quando sono collegati in modo coerente. Il nostro modo di conoscere e ragionare si basa sulla composizione di più concetti in proposizioni e di queste ultime in una catena complessa di discorsi. Una proposizione è composta da un soggetto e un predicato, dove il soggetto rappresenta la sostanza e il predicato rappresenta le categorie che ne rappresentano i vari modi di essere "accidentali". Le proposizioni possono essere affermative o negative.

Aristotele si occupa delle proposizioni dichiarative o apofantiche, che asseriscono qualcosa di qualcos'altro, e che differiscono dalle proposizioni che contengono preghiere, invocazioni, saluti. Aristotele preferisce il linguaggio apofantico perché corrisponde alla struttura delle cose o degli enti del mondo. La verità o falsità di una proposizione dipende dalla corrispondenza con la realtà. I termini fondamentali della logica aristotelica sono soggetto, predicato, termine medio e termine estremo. Il soggetto è ciò di cui si parla, il predicato è ciò che viene detto del soggetto, il termine medio è il termine comune a due proposizioni collegate e il termine estremo è il termine che compare solo in una delle due proposizioni collegate. 

I logici medievali hanno creato uno schema per le proposizioni dichiarative utilizzando le lettere A, I, E e O per simboleggiare i diversi tipi di proposizioni. Queste lettere sono derivate dalle prime due vocali di "adfirmo" e dalle vocali di "nego". In particolare, la lettera "A" è utilizzata per le proposizioni universali affermative, come ad esempio "Tutti gli uomini sono mortali". La lettera "E" è utilizzata per le proposizioni universali negative, come ad esempio "Nessun uomo è immortale". La lettera "I" è utilizzata per le proposizioni particolari affermative, come ad esempio "Alcuni uomini sono alti". Infine, la lettera "O" è utilizzata per le proposizioni particolari negative, come ad esempio "Non tutti gli uomini sono alti".

Inoltre, le proposizioni possono essere contraddittorie o contrarie in base alla loro quantità e qualità. Una proposizione è contraddittoria rispetto a un'altra se nega ciò che l'altra afferma, ad esempio "Tutti gli uomini sono mortali" e "Non tutti gli uomini sono mortali". Una proposizione è contraria rispetto a un'altra se entrambe non possono essere vere contemporaneamente, ad esempio "Tutti gli uomini sono mortali" e "Nessun uomo è mortale". Il principio di non contraddizione è un cardine della filosofia e della logica aristotelica, secondo cui non è possibile che una stessa cosa insieme sia e non sia. Questo principio si applica ai ragionamenti e alla realtà delle cose, ed è sia un principio logico che metafisico. Tuttavia, per le proposizioni subcontrarie, come "Qualche uomo è felice" e "Qualche uomo non è felice", il principio di non contraddizione non vale, poiché entrambe le proposizioni possono essere vere contemporaneamente. Il principio di non contraddizione è valido solo tra due proposizioni che stanno in una relazione contraria o contraddittoria.

I ragionamenti deduttivi partono da una premessa generale e arrivano a una conclusione specifica, seguendo un processo logico di inferenza. Ad esempio, se la premessa generale è "Tutti gli uomini sono mortali" e la premessa specifica è "Socrate è un uomo", la conclusione è "Socrate è mortale". I ragionamenti induttivi, invece, partono da premesse specifiche e arrivano a una conclusione generale. Ad esempio, se si osservano diversi corvi neri e tutti sono neri, si può concludere induttivamente che tutti i corvi sono neri. Tuttavia, i ragionamenti induttivi non sono sempre affidabili, poiché la conclusione può essere falsa anche se le premesse sono vere. 

Il sillogismo è una forma di ragionamento deduttivo che consiste in un'argomentazione composta da due premesse e una conclusione. Aristotele lo definisce come un discorso in cui alcune cose poste, altre ne seguono di necessità. La premessa maggiore ha un'estensione più ampia della premessa minore, e la conclusione è la proposizione che si deve provare. Un esempio di sillogismo è "Ogni animale è mortale", "Ogni uomo è animale", "Ogni uomo è mortale". La validità del sillogismo riguarda la correttezza della procedura formale, mentre la verità o falsità dipende dalle premesse. La verità delle premesse deve essere giustificata per rendere valido il sillogismo. Il testo presenta un esempio di sillogismo corretto dal punto di vista formale ma falso perché nella premessa maggiore al termine medio "animale" è attribuito un predicato che nella realtà non gli compete (l'essere immortale). La verità o falsità di un sillogismo, quindi, dipende dalla verità o falsità delle sue premesse e che il metodo del sillogismo deve giustificare il valore di verità delle premesse e dei principi che rappresentano il punto di partenza di ogni deduzione.

La dialettica aristotelica è un metodo di ragionamento che si basa sull'analisi critica delle idee e delle opinioni. Aristotele sosteneva che la dialettica fosse uno strumento utile per giungere alla verità attraverso il confronto delle diverse opinioni e la loro confutazione. La dialettica aristotelica si basa sulla distinzione tra il falso e il vero, e sulla necessità di giungere alla verità attraverso un processo di analisi critica e di confutazione delle opinioni errate. In questo senso, la dialettica aristotelica rappresenta un metodo fondamentale per la ricerca della verità e per la definizione di una conoscenza solida e fondata su basi razionali.


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