I fisici pluralisti
Denominati "fisici pluralisti" perché ammettono a fondamento dell'universo una pluralità di principi materiali. Affermano con Parmenide che nell'universo non c'è nascita né distruzione, ma nello stesso tempo concordano con Eraclito nel riconoscere che tutto diviene e si trasforma incessantemente.
EMPEDOCLE
Empedocle, Luca Signorelli |
Anassagora, dettaglio da un affresco nel portico dell'Università Nazionale Capodistria di Atene |
Anassagora di Clazomene può essere considerato il primo vero scienziato. Mostrò di avere una percezione delle dimensioni e della configurazione migliore dei suoi predecessori: sosteneva che il sole ci appare piccolo perché dista molto da noi, mentre la luna ci appare più grande del sole perché è più vicina a noi. Elabora la sua teoria dei "semi", particelle piccolissime e invisibili di materia che combinandosi tra loro danno origine a tutte le cose visibili. Queste particelle differiscono per qualità ed in ogni cosa troviamo i "semi" di ogni altra cosa, secondo il principio del "tutto è in tutto".
Per spiegare l'origine dell'universo dalla caotica mescolanza degli elementi originari, Anassagora ricorre all'azione di una forza che egli chiama noús (intelligenza), il principio ordinatore che organizza i semi e genera il movimento turbolento per il quale le sostanze si dividono in base al principio dei contrari.
Secondo Anassagora, a differenziare l'uomo dagli animali, è la mano: se non le avessimo non saremmo stati in grado di agire sulla natura e di conseguenza non avremmo avuto livelli di civiltà così alti.
Al filosofo di Clazomene si deve il primo modello del sapere scientifico:
- Il processo conoscitivo inizia dall'esperienza concreta, grazie al cervello che ci permette di elaborare le sensazioni percepite dai 5 sensi;
- interviene poi la memoria, che rende stabili nel tempo queste sensazioni;
- l'intelligenza: interpreta dati e formula le ipotesi attraverso la scienza (epistéme);
- infine, grazie alla téchne (sapere pratico e operativo) le cose diventano oggetto della nostra manipolazione e trasformazione.
Democrito, Antoine Coypel, 1692
Anche Democrito, come Empedocle ed Aanassagora, tenta di risolvere il conflitto tra le dottrine del mutamento e quelle della permanenza. Per Democrito gli elementi principali dell'universo sono gli atomi: particelle indivisibili di materia di cui tutte le cose sono costituite. Essi sono identici per materia, ma differiscono per forma e posizione: ROMA, AMOR, MORA, RAMO: le lettere sono sempre le stesse, ma cambiandone la posizione cambia il loro significato. Aggregandosi e disgregandosi determinano la nascita e la morte di tutte le cose. L'atomo di Democrito ha le stesse caratteristiche dell'essere di Parmenide:- semplice
- indivisibile
- ingenerati ed eterni
- uniformi
- immutabili.
Per arrivare a questa conciliazione Democrito riconosce l'esistenza del vuoto, ovvero del non essere. Ipotizza il vuoto (privo di materia) come lo spazio entro cui la materia (costituita da atomi) si muove. In sintesi si può affermare che la visione di Democrito è:- meccanicistica: tutti i fenomeni vengono spiegati attraverso processi fisici;
- deterministica: tutto ciò che avviene è determinato da una causa necessaria;
- materialistica: ammette la materia come unica realtà;
- atea: esclude ogni ipotesi di Dio.
L'etica di Democrito è strettamente legata alla mentalità razionalistica: considera la ragione come l'unica guida dell'esistenza (forma di "razionalismo morale"). Per il filosofo di Abdera il bene più altro è la felicità, la quale risiede nel raggiungimento della serenità spirituale. Conciliando le opposte concezioni di Parmenide ed Eraclito ammette un elemento immutabile e insieme concepisce la molteplicità e il divenire.
Conciliando le opposte concezioni di Parmenide ed Eraclito ammette un elemento immutabile e insieme concepisce la molteplicità e il divenire.
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