Parmenide e il pensiero dell'essere
Parmenide, filosofo di Elea, pone l'essere al centro della discussione filosofica, affrontando il tema dell'opposizione tra essere e nulla. Le movenze argomentative del suo discorso sono filosofiche e razionali.
Con Parmenide ha inizio l"ontologia", ovvero lo studio dell'essere in quanto essere, nelle sue caratteristiche universali. La sua prospettiva è nettamente antagonista alla concezione dinamica dell'universo di Eraclito ed ha una visione statica e fortemente conservatrice del mondo.
Parmenide parte dal presupposto che il mondo non possa derivare dal nulla e per sostenere che "l'essere è" deve definirne i caratteri essenziale in modo tale che non siamo in contraddizione con l'affermazione centrale dell'essere come unica realtà esiste e pensabile.
Le definizioni a cui arriva per via deduttiva sono le seguenti:
- l'essere è ingenerato e imperituro: se nascesse dovrebbe derivare da ciò che non è e se morisse passerebbe nel suo opposto (il non essere), quindi non può né nascere né morire;
- l'essere è eterno: non ha né passato né futuro. Parmenide ammette il presente come unica realtà temporale (passato=non più, presente=non ancora);
- l'essere è immutabile e immobile
- l'essere è finito: la sua perfezione è data dalla sua finitezza, completezza. L'essere è una sfera perfettamente omogenea e da ogni parte identica a se stessa.
Con Parmenide vengono introdotti nella filosofia alcuni principi logici fondamentali:
- Il principio d'identità: A=A: l'essere è ed è identico a se stesso;
- Il principio di non contraddizione: l'essere è e non può non essere;
- Il principio del terzo escluso: ogni cosa è o non è.
PAROLE CHIAVE ・essere è ・essere non è ・ontologia ・ingenerato e imperituro ・eterno ・immutabile e immobile ・finito
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