Gorgia

 Gorgia affermava che nulla esiste e se anche le cose esistessero non potremmo saperlo. 


Il relativismo dei valori comportava più punti di vista differenti su un medesimo argomento: un'azione può risultare virtuosa agli occhi di alcuni e malvagia a quelli di altri ed è quindi possibile costruire più discorsi su quella medesima azione. Il linguaggio non si identifica più con l'essere e tra il linguaggio e le cose si pone un'insanabile frattura. Scrive Gorgia:

La parola è una potente signora, che pur dotata di un corpo piccolissimo e invisibile 
compie le opere più divine.

Sosteneva che il discorso è tutto e l'elogio della parola ne è la forza conquistatrice. Gorgia giunge a una forma di scetticismo metafisico secondo cui non esiste nulla di oggettivo, asserendo che: 
  1. l'essere non esiste: se esistesse implicherebbe una serie di contraddizioni logiche;
  2. se anche esistesse non potremmo conoscerlo, perché il pensiero non rispecchia la realtà (lo dimostra il fatto che possiamo pensare cose inesistenti);
  3. se esistesse sarebbe incomunicabile, perché la natura della parola è diversa da quella delle cose. 
   Gorgia riconosce l'impossibilità nell'affermare una verità assoluta intorno all'uomo. Non esiste una verità oggettiva, in quanto la credibilità delle affermazioni è ancorata alla forza persuasiva delle parole e non più ad una verità riconoscibile e condivisibile da tutti. Il linguaggio ha un carattere illusorio, è un gioco, affascina e conquista: è una forza ammaliatrice in grado di persuadere l'animo dell'ascoltatore

Una visione tragica dell'esistenza distingue Gorgia dall'ottimismo con cui la filosofia aveva finora cercato di dare senso. Per il sofista l'esistenza dell'uomo è irrazionale e misteriosa gli uomini non sono liberi né responsabili, ma soggiogati da forze ignote e incontrollabili. Un esempio di queste tesi è rappresentato dall'encomio di Elena e l'intento dell'orazione è quella di dimostrarne l'innocenza: Elena, moglie del re Menelao, segue Paride soggiogata dal suo amore, scatenando in tal modo la guerra. 
Quattro sono le possibili spiegazioni del comportamento di Elena:
  1. per decreto degli dei o della necessità;
  2. sotto la pressione della violenza fisica
  3. perché persuasa dalle parole di Paride;
  4. perché vinta dalla passione amorosa.                                                                  
La conclusione è che Elena non può essere condannata, perché il suo comportamento è frutto di un condizionamento che la priva del libero arbitrio, in quanto il fascino esercitato su Elena dalle parole di Paride sono come droghe in grado di stregare l'animo. 

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